Voglio questo rudere per quello che non si vede,
per quelle finestre che paiono occhi vuoti
ma che in realtà guardano lontano.
Vedono tutti i tramonti dei giorni
e sentono le albe sorgere alle spalle.
Voglio questo rudere dai muri scrostati,
dalla balaustra a merli
che gli da quell’aria da “vorrei ma non posso”,
da maniero impossibile guardiano di orizzonti neppure troppo lontani.
Voglio quel terrazzo dove immagino pergole e tavoli per mangiare con gli amici,
e lampade ad olio
e odore di rosmarino.
Voglio quel portico,
al quale addosserei giare di cotto culle di buganvillee.
E sedute di vimini amate dai gatti,
e prati incolti che diventano giardini.
Voglio tende ampie alle finestre,
per riparare dal sole e danzare col vento.
Voglio mobili bianchi decapati e finiti di azzurro,
che spiccano su scuri pavimenti di cotto.
Voglio persiane azzurre come il cielo
e divani di stoffe fiorate.
Voglio un giardino d’aranci che riempia l’aria di profumo di zagare,
ed una sedia a dondolo di quelle di tanti anni fa,
per sedermi ad accarezzare il gatto sulle ginocchia
e guardare nella stessa direzione di quegli occhi
di quel rudere tornato alla vita.
Voglio respirare la stessa aria di quelle pietre antiche,
lo stesso odore del mare
nel quale, si perdono gli sguardi
“L’erba voglio non cresce nemmeno nel giardino del re”
Mi ripeteva mia madre da piccola, per tutta risposta dicevo:
“nel mio giardino cresce!!”
Voglio quella casa anche per Lei,
perché questo mio sogno è stato prima il suo
"Mi piacerebbe alzarmi la mattina e vedere il mare" mi ha sempre detto..
Per ora lo guardiamo insieme da sotto l’ombrellone,
anche se non "tutte le mattine".
E’ già molto, lo so…
ma ..
lasciatemi sognare!
Kalispera